COSA VEDERE STASERA

Il talento del calabrone


Steph (Lorenzo Richelmy) è un giovane dj radiofonico milanese sulla cresta dell’onda, molto popolare sui social media. Una sera, durante una diretta riceve una telefonata che lo raggela: uno sconosciuto (Sergio Castellitto) dal sangue freddo annuncia di volersi togliere la vita, facendosi esplodere nel centro della città. L’uomo, che si fa chiamare Carlo, sfida Steph in un duello di resistenza mentale. Nel frattempo, il nucleo investigativo dei Carabinieri guidato dalla risoluta Tenente Colonnello Rosa Amedei (Anna Foglietta) si mette sulle tracce del terrorista e scopre che il piano dell’uomo è molto più complesso di quanto lui stesso voglia mostrare. Il talento del calabrone si inserisce in quello che ormai è un sottogenere del thriller, ovvero lo sconosciuto al telefono che costringe il protagonista a prendere decisioni pericolose e ad assumersi responsabilità. Il tema di fondo, come scopriremo solo alla fine, è importante e molto attuale, ed è lodevole l’intenzione di affrontarlo attraverso una veste cinematografica insolita. Un thriller che sa di internazionale, un gioco terribile con in palio una città intera. Il film diretto da Giacomo Cimini si svolge in una Milano notturna, fatta di grattacieli e di luci al neon, una metropoli mondiale dove anche il crimine appare come straordinario.

"Ho la tua attenzione ora? Sono in giro per Milano con la mia macchina, accanto a me c'è un ordigno esplosivo piuttosto pericoloso". Con queste parole un Sergio Castellitto in smoking lancia la sfida a Lorenzo Richelmy.

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Anna di Luc Besson



Mosca, fine anni ’80, una giovane e bella ragazza è ostaggio di una relazione violenta con un piccolo criminale. L’occasione di fuggire da quella vita e riottenere finalmente la libertà le viene offerta da un agente del KGB, che in cambio chiede solo 5 anni di missioni per i servizi segreti. Anna accetta, ma ben presto si renderà conto che i 5 anni non sono sufficienti per i vertici del KGB. Dovrà quindi trovare un’alternativa per conquistare da sola l’agognata libertà.

Con questo film, Luc Besson, rivisita una delle sue opere più famose,👉 Nikita, adattando il personaggio per il pubblico del 2020. Infatti, se per gli anni ’90 il personaggio di Nikita poteva essere considerato rivoluzionario, oggi non basta. La donna non può conquistare la sua libertà solo grazie ad un uomo, bensi attraverso un patto con un’altra donna. I flashback fanno in modo da dare allo spettatore sempre continui dettagli per tenere alta l’attenzione e anche la scelta, che ad una prima analisi potrebbe sembrare una distrazione, di far apparire laptop e cellulari nella Mosca degli anni ’80 risulta azzeccata e ben dosata. Le scene d’azione sono infinite. In pratica, tutto quello che cerca lo spettatore del 2020.

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La Regina degli scacchi   serie tv


La serie inizia ambientata negli anni '50, in un orfanotrofio femminile, dove Beth, bambina di otto anni, incontra Jolene, una ragazza vivace e amichevole di qualche anno più grande.
Helen Deardorff è la donna che gestisce l'orfanotrofio ed il Sig. Shaibel, il custode, sarà colui che impartirà a Beth le sue prime lezioni di scacchi.
Cosa comune negli anni '50, l'orfanotrofio distribuisce quotidianamente pillole tranquillanti alle ragazze, il che si trasformerà in una dipendenza per Beth.
Pochi anni dopo Beth viene adottata da Alma Wheatley e suo marito. Nella nuova casa Beth decide di iniziare a partecipare a tornei di scacchi. Vince molte partite e subito viene notata, cominciando a sviluppare nuove amicizie con diverse persone. Lungo la strada però, più diventa famosa più aumenta la sua dipendenza da farmaci ed alcol, iniziando a perdere il controllo della sua vita.
La regina degli scacchi è un piccolo gioiello della collezione Netflix, che più che raccontare il talento della nostra giovane protagonista, ne mostra le intime debolezze, ed è forse questo, insieme alle sue inquadrature, primi piani sullo sguardo e sul volto di Anya Taylor-Joy, fanno si che lo spettatore venga come catapultato nella mente della protagonista osservando i veloci spostamenti di pedine che prendono piede nella sua immaginazione.
Un escamotage che avvicina cosi il pubblico alla figura del giocatore stesso, rendendo le diverse partite molto più chiare ed interessanti.
Un dramma che si divora in un attimo, che commuove e motiva, e che fa venir voglia di giocare a scacchi anche se non si conoscono le regole.








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Peaky Blinders serie tv


Siamo nell'Inghilterra degli anni '20, subito dopo la prima guerra Mondiale.
I protagonisti sono veterani, che una volta ritornati in patria si sono rimessi in affari: scommesse, gioco d'azzardo, pizzo...
La trama s'ispira ad una storia vera, raccontata dalle cronache dell'epoca.
Il capo della banda, Tommy, qui interpretato da un bravissimo Cillian Murphy, è un leader carismatico, furbo ed attento ad ogni minimo particolare. Nonostante le vicende drammatiche subite resta sempre fedele a se stesso, perchè quello che fa, lo fa per la sua famiglia.
Fin da subito ci si ritrova proiettati in un atmosfera d'altri tempi, nella Birmingham del primo dopoguerra, con una ricostruzione dell'ambiente fedele ed impeccabile, curata nei minimi dettagli.
Funzionano perfettamente i momenti statici, con i monologhi e i fittissimi dialoghi; e funzionano anche le scene d'azione con scazzottate e risse.
I personaggi sono ben strutturati e caratterizzati con un approfondimento reale di situazioni e vicende.
Insomma, una serie che si lascia vedere tutta d'un fiato. Epica e scorretta. Se i cattivi vi affascinano e se per voi il rispetto vale più di tutto allora non potete non vedere Peaky Blinders.
"Noi siamo i Peaky Blinders, non abbiamo paura dei poliziotti. Se sbagli, ti tagliamo la faccia".








2 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie per i consigli, fin ora c hai azzeccato. brav

Anonimo ha detto...

Ottimi consigli si gruoss